lunedì 28 febbraio 2011

GOLENA PROFONDA

Sculazzo Production presenta:
“GOLENA PROFONDA” di Gerard (Damiano)'Uranio' Umbano
con Bicippide, Beep beep…asquali, Ugo Crostolo, e altri 500 ca.


Detto, fatto. Nonostante Umbano (Sculazzo’s team manager, che compare in prima linea anche nel nostro post del 17 febbraio “Won’t get fooled again”…sì, l’abbiamo scoperto, è proprio lui!) si fosse camuffato da meteoman, che Stefano Ghetti di TG Meteo Emilia-Romagna è un ombrellaio al confronto, e avesse previsto sole africano in Valpadana, tra sabato e domenica è piovuto tutta notte e quelli che erano erbosi argini del grande fiume sui quali già qualche timida violetta di marzo faceva capolino, si sono trasformati in un pantano che nemmeno la bonifica delle paludi pontine sarebbe riuscita a riportare ad una condizione umanamente, almeno per noi, ciclabile. Sabato, in prova, la Ktm di Bicippide (il nostro inviato alla terza edizione della River Marathon Cup) non dico avesse osato il volo dell’airone, trampoliere al quale è dedicato il nome della manifestazione e il cui appellativo fu attribuito pure al mitico Fausto Coppi, ma qualche svolazzata tarchiata da fagiano, tra un campo e un pioppeto era riuscita a farla.


Domenica il disastro assoluto! Subito dopo il via, prima della conclusione del giro di lancio (a posteriori, ci vuole un bel coraggio a chiamarlo così...), si doveva transitare per il micidiale argine del Crostolo, già proprio quel simpatico torrentello che caratterizza la città “tanto amata” da noi parmensi !!! (scherzo, qui al Deragliatore siamo dei grandi estimatori del popolo reggiano, tant’è che vi annuncio che forse a giugno faremo delle preserali mtb congiunte PR-RE o viceversa). Gli scorsi anni, a parte qualche buca, si filava abbastanza lisci verso il Lido Po dove da sempre è collocato il traguardo o il passaggio delle due tornate da fare. Quest’anno, no. Già l’approccio al tratturo si presentava lievemente limaccioso, poi man mano ci si addentrava nella golena la consistenza della melma andava assumendo proporzioni “bibliche” soprattutto se si parte dietro a cinquecento o più “vandali” scatenati che nel breve volgere di cinque minuti hanno reso il tracciato pressoché impraticabile, in particolare se non si dispone di un ormai “elementare” e imprescindibile set di freni a disco e non di w-brake. Passi per la 26”, la 29” è ancora un lusso da élite, ma almeno avere dei freni che se tiri su il fango, tra il ponte della forcella e la ruota non ti si formino dei quadrelli (mattoni, in parmense) pronti da cuocere nella fornace di Casaltone, è il minimo vitale. Ma il nostro Bicippide è uno all’antica, tant’è che ha preso il nome dal suo collega greco Fidippide, quello che dopo la vittoria degli ateniesi sui persiani a Maratona corse verso la sua città distante i circa 42 chilometri che oggi designano l’omonima specialità olimpica, per annunciare il successo e poi schiattò di crepacuore. Schiattare no, ma rimanere conficcati lì nella mota infida, per omnia sæcula sæculorum può darsi. Tanto all’antica che forse era l’unico con quei freni in circolazione. Eppure Umbano, il regista, ci aveva avvertiti: "Ma la fai con quella lì?" "Sì, non c'ho altro!" Chi è causa del suo mal, pianga se stesso. E a momenti era così, calde lacrime a riscaldare il freddo vento invernale. Bello poi l’intervento di uno spettatore (magnificamente interpretato, per l'occasione, dal grande Ugo Crostolo, pseudonimo assolutamente attinente con la località di entrata in scena del personaggio) che predicava agilità. Qualcuno in gruppo tuttavia, passandogli a lato, gli ha “gentilmente” spiegato in termini anatomici dove dovesse collocarsi la necessaria e tanto auspicata agilità! Ripresosi, Bicippide s’era “intagliato”, dopo la prova del giorno precedente che il successivo tratto di golena avrebbe potuto essergli fatale, così ha preso dritto per il pioppeto soprastante, mentre gli altri annaspavano passando davanti ad un fantomatico flash collocato lì a bella posta da un sadico fotoreporter deciso ad immortalare i cadaveri ambulanti che s’imbattevano da quelle parti. Per Bicippide niente foto (chi froda è meglio non lasci tracce, n’est pas?) e numerose (??) posizioni guadagnate. Un’ora di gara e poco più di 14 chilometri percorsi: neanche la testuggine greca (tanto per rimanere in ambito geografico), uno tra gli animali più lenti della Terra, a momenti riesce a far peggio. Terminato questo tratto, qualcuno con un’uscita degna del più famoso ragioniere del grande schermo, Ugo Fantozzi, urla: “ormai è fatta!” Assolutamente ignaro che il peggio doveva ancora venire. Su e giù dagli argini per trovare una striscia d’erba dove la ruota posteriore facesse presa, poi il micidiale singletrack cosiddetto del “campo arato”. A destra un argine infestato di ogni genere di arbusto spinoso: passarci su neanche per sbaglio, pena un supplizio da inferno dantesco; a sinistra una distesa di zolle appena rivoltate dall’aratro che se per caso uno ci finiva in mezzo non so se  poteva raccontare ai suoi nipoti di averla...sfangata (participio passato quanto mai appropriato). L’unica via era il sentierino posto nel mezzo, che al passaggio del nostro eroe aveva subito l’onta dell’orda barbarica di almeno seicento ostrogoti delle ruote grasse, che non rimaneva altro che farselo a piedi, accennando una corsetta spingibici, tanto per darsi un contegno. Ma veniamo al gran finale: la speranza di concludere la corsa col secondo giro ormai è diventata un’utopia. E’quasi mezzogiorno e gli Sculazzo hanno già buttato giù la pasta e uno non può mica presentarsi a pranzo, soprattutto di domenica, con due ore di ritardo! Semmai ci fosse stato qualche dubbio, ci ha pensato Beep-beep …asquali a levarceli: si ripassa a bordo Crostolo, ma di croste (che brutto gioco di parole, vabbè sarà la stanchezza) nemmeno l’ombra. Come Riccardo III nella Guerra delle Due Rose che vedendosi perduto gridò nel pieno della battaglia “il mio regno per un cavallo”, così il nostro inviato urla nel silenzio “il mio stipendio per un bastoncino” col quale pulire le ruote e cercare di giungere al traguardo. L’operazione richiede tempo e non è il caso di farla nel bel mezzo del percorso soprattutto se sta arrivando “sua maestà” the Italian Champion, che giustamente chiede spazio, anche se ha schiantato gli avversari relegandoli ad oltre 10’ (sì, avete letto bene, dieci minuti anche in lettere, come sui bollettini postali gli euro, è uguale). Quello dell’agilità, sempre lì nei pressi (spero avesse un paio di stivali, se no sua moglie ha chiesto il divorzio il pomeriggio stesso), un vero genio, fa un’altra delle sue uscite: “a sinistra, Fabio, ghè pusè dür!”. Non so dove ha visto che a sinistra il terreno fosse più compatto e non so nemmeno se si era fumato una canna tradizionale o una di palude. Noi propendiamo per la seconda ipotesi, la cannabis padana, quella con cui i nostri vecchi intrecciavano i cavagni, a detta di chi l’ha provata, è molto più efficace di quella giamaicana perchè vegeta sugli stessi suoli del lambrusco. Ecco perché ogni tanto nel pioppeto si sentono risuonare dei bonghi!


Il paragone tra l’airone della Bianchi, se nel nostro “piccolo” non è troppo irriverente, credo che col vincitore delle ultime due edizioni della River possa starci. Grande Beep, soprattutto perché rifilandoci oltre 20 chilometri di distacco e doppiandoci ci hai consentito di fare un giro in meno!!

BUNGA BINGO  BONGO VOGLIO ANDARE FINO IN CONGO Anche a noi però, come alle altre centinaia di partecipanti, tocca il nostro airone: infatti sul traguardo ci viene consegnata una splendida “medaglia” a foggia di pignone che al suo interno reca il simbolo di un airone in volo. Mica la patacca di fango del Congo-belga (con tutto il rispetto), quella ce l’abbiamo stampata sulla maglia e nel pomeriggio ci vorranno quattro lavatrici per tirarla via.

PS: Pare che Umbano si sia già sbilanciato per l'edizione 2012. Il ristoro sarà collocato in uno di quei "pied-a-terre" (da pesca) in legno che sorgono lungo il percorso. Oltre ai bonghi, ha promesso il bunga-bunga. Fate voi!!

PS del PS: Uno di quei "casotti" è proprio sullo sfondo mentre il nostro Bicippide sta passando inquadrato dalle telecamere di Ultimokm.net. Vedi:
http://www.ultimokm.net/visualizza_gara.php?idgara=723)

Sarà un caso o un casotto ??





CREDITS
Amici, come sempre abbiamo scherzato. E’ il nostro modo per tributare un sentito ringraziamento (diciamo sul serio) ai ragazzi del Team Sculazzo Italia che si sono prodigati per rendere meravigliosa questa manifestazione e che a noi, nonostante l’ironia con cui l’abbiamo descritta e nonostante una giornata con un tempo veramente inclemente che ha un po’ rovinato la festa,  è rimasta comunque nel cuore. Personalmente anche se abbiamo tribolato parecchio soprattutto a causa di un mezzo inadeguato, ci siamo ugualmente divertiti. Anzi, le difficoltà fanno sentire più vivi e rendono eroico anche il risultato di chi come noi, si è confuso, anonimo, tra la folla di quelli che erano lì e che in gran parte crediamo abbiano provato le medesime sensazioni. Ci spiace non aver preso parte al pasta-party, ma francamente i piedi gelati hanno consigliato un precoce ritorno a casa. Sarà per la prossima Airon o la prossima tappa, l’X-Bionic di Asola che bussa già alle porte.

PER CHI VOLESSE RIVIRE LE EMOZIONI DELL'AIRONBIKE 2011 CONSIGLIAMO DI CLICCARE SU http://blog.libero.it/teamsculazzo/ 

PER CHI INVECE VOLESSE "QUELLE" DELLA 2^ RMC CONSIGLIAMO DI CERCARE I NOSTRI POST "STORIE DEL GRANDE RIVER" DEL 27-30-31 /3/ 2010 SU QUESTO BLOG



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2 commenti:

  1. grande resoconto tanto di cappello mi sono divertito molto a rileggere la giornata di gara mal comune mezzo gaudio bravo 10+

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